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Archive for gennaio 2008

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 Sento già la stanchezza della settimana, ho bisogno di relax. E come se non bastasse ci si mette anche la Telecom .

Telecom Italia Spa è in realtà una delle società più grandi d’Italia, quindi chiedere loro una connessione ad Internet o qualisasi servizio dovrebbe essere garanzia di performance ed affidabilità. Eppure in 12 anni di lavoro non ho mai visto filar liscia una qualsiasi pratica di installazione. Ma l’ultima avventura è davvero ridicola.

Cliente business , alice business (7 mega?!? ), nuova installazione Adsl con una semplice richiesta di una subnet di 8 indirizzi IP pubblici in quel di Sulmona. Dopo una settimana installano il tutto ed il tecnico mi comunica che gli indirizzi IP arriveranno poi. Vabbeh, aspettiamo….

Dopo alcuni gioni chiamo il 191 per capire a che punto siamo, mi risponde una signorina leggermente seccata la quale sostiene che “l’idirizzo pubblico l’abbiamo comunciato in fase di registrazione”. Dopo un po’ di mio personale disorientamento mi accorgo che la mia interfaccia umana con Telcom ha confuso l’indirizzo IP con l’indirizzo della sede del mio cliente.. Dopo averle nuovamente esposto la mia richiesta , questa mi dice che Telecom non gestisce IP……e tuuu tuu tuuu cade la linea.

Altra telefonata, altro operatore il quale mi dice che il router è quello sbagliato ….tuu tuuu tuu cade ancora la linea.

Altra telefonata altro operatore, mi dicono che i miei 8 indirizzi IP avranno subnet 255.255.255.255 (Host) ….questa volta metto giù io.

 Ultima prova, ultimo operatore, gli spiego che non ho ancora avuto questi benedetti  indirizzi IP; dopo alcuni minuti di attesa l’omino mi dice che ha risolto tutto. Con fare molto deciso mi rimprovera di non aver impostato la mia interfaccia di rete del portatile in DHCP, mestamente mi metto in DHCP ed ovviamente il route mi assegna un indirizzo IP privato. L’operatore sostiene che 192.168.1.10 è un indirizzo pubblico .

Siamo messi molto male, e poi si lamenta se lo chiamano “Tronchetto dell’infelicità”.

Io getto la spugna.

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 Dopo 22 giorni 13 ore e 22 minuti di regata Giovanni Soldini e Pietro D’Alì sono stati il primo equipaggio a tagliare il traguardo dei Class40 della Transat Jacques Vabre!Una incredibile e grande regata condotta con maestria ed ingegno. Due eroi della vela italiana e mondiale che con caprbietà ed esperienza arrivano mostrando la poppa a blasonati coppie di regatanti.I retroscena pero’ sono davvero fantozziani, Pietro e Giovanni infatti prima di partire durante il trasporto della barca, vengono addirittura speronati di notte da un peschereccio provocando danni enormi; tuttavia in un cantiere portoghese riescono a sistemare la barca e ripartire, appena in tempo per partecipare alla regata e vincere. Dopo ore sotto spinnaker, rompono e Giovanni Soldini ha passato una notte intera a ricucire la bugna, entrano in giorni di bonaccia equatoriale, eppure stanno davanti a tutti.

Bene, l’unica nota stonata? Nessun giornale, televisione,  parla di tutto questo …. bene, anzi male….sarà il solito Fare Vela o Bolina a recensire l’evento, ogni tanto mi viene un po’ di tristezza.

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Si avvicina sempre più la data della partenza di Margherita Pelaschier da Trieste per la sfida dei suoi sogni di quattordicenne: il  25 gennaio presso lo Yacht Club Adriaco è stato presentato il progetto “Libera la vita, libera le vele” in occasione del varo di Alto Adriatico 38′.Alto Adriatico 38′ è l’imbarcazione con cui Margherita navigherà da Trieste a Genova nella sua sfida in solitario a favore dei bambini della chirurgia pediatrica dell’Ospedale Infantile Burlo Garofolo di Trieste, una sfida che la vedrà impegnata nel prossimo mese di marzo sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle patologie chirurgiche infantili e raccogliere fondi in favore dei progetti promossi da A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo onlus.
Già da qualche anno la giovane navigatrice bionda è testimonial di ABC Burlo, sulle barche dove ha regatato sventola la bandiera dell’associazione nata nel 2005 dall’iniziativa di alcuni genitori provati dalla dolorosa esperienza per la malattia dei loro figli e finalmente in questa occasione realizzerà il suo piccolo grande sogno.Nella serata del prossimo 25 gennaio Margherita Pelaschier presenterà Alto Adriatico 38′, l’imbarcazione realizzata dal Cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, leader nella lavorazione del legno, sensibile anche alle problematiche ecologiche e sociali, con una filosofia aziendale basata sul rispetto del lavoratore e del lavoro.
Alto Adriatico 38′ è una barca ecologica, leggera quanto una in vetroresina, che unisce la metodologia di costruzione classica del legno a un metodo di taglio e assemblaggio moderni, senza fabbisogno di manutenzione degli scafi tradizionali.

“Questa settimana c’è stato il varo tecnico di prova della barca e io, appena tornata dalla mia traversata atlantica, sono rimasta stupita dalle migliorie apportate, è un vero gioiello! Ora inizieremo le prove in mare con delle vele provvisorie per iniziare a capire come reagisce in navigazione. Infine apporteremo delle piccole modifiche alla barca di serie per facilitare le manovre in solitario.
Ringrazio il Cantiere Alto Adriatico e mio papà che ha seguito i lavori, per l’impegno con cui si sono dedicati alla barca e per l’entusiasmo con cui hanno sposato il progetto.”

Margherita che dall’età di 14 anni ha il desiderio di navigare in solitario, partirà da Trieste, prima donna italiana a compiere questo tipo di impresa, per portare messaggi di solidarietà, lettere e disegni preparati dagli stessi bambini della Chirurgia dell’Ospedale Infantile di Trieste “Burlo Garofolo”, appesi ai peluche Trudi, ai bambini nelle stesse condizioni ricoverati all’Opedale Pediatrico “Gaslini” di Genova.

La traversata di Margherita è prevista per il mese di marzo dalle banchine dello Yacht Club Adriaco di Trieste e si concluderà dopo circa 12 giorni di navigazione a quelle dello Yacht Club Italiano di Genova.

Già fin d’ora è possibile seguire il progetto di Margherita attraverso il sito www.liberalavitaliberalevele.it. Inoltre, attraverso un sistema GPS e GPRS fornito da Move&do di Trieste leader nel settore del mobile resources management, sarà possibile seguire in tempo reale la posizione della barca durante l’impresa.

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ATTENZIONE MI SCRIVE ALEX BELLINI UN MESSAGGIO IMPORTANTE E PREOCCUPANTE DA LEGGERE

AIUITATECI!!!!! 

Ciao a tutti,

Vi scrivo un genere di messaggio che non mi sarei mai immaginato di dover scrivere.
Oggi ho avuto un incontro con la compagnia di trasporti marittimi che mi sta aiutando con lo sdoganamento della barca.
Pare che per far entrare la barca in Perù  io debba fare un´importazione temporanea. Questo comporta l´obbligo di depositare presso la dogana una cifra che varia dai 17.000 ai 26.000 euro e che mi verrà restituita il giorno della mia partenza. Se tale somma non riuscissi a depositarla entro 30 giorni da oggi, la dogana entrerebbe automaticamente in possesso della mia barca.
Mi trovo in Perù, ovviamente, senza questa somma di denaro, senza neppure essere stato messo a conoscenza di questa pratica e con il pericolo di veder naufragare il mio progetto ancor prima della sua partenza.
Chiedo a tutti quelli che mi seguono su questo muro se hanno qualche conoscenza nell´ ambasciata italiana in Perù, nella speranza che quest´ultima mi possa dare una mano a sbloccare la situazione.
Non sto chiedendo di avere questo denaro, ma di avere un supporto per trovare una soluzione alternativa.
Ricordo un precedente caso analogo in cui una ragazza francese, venuta in Perù per una traversata oceanica in windsurf, fu aiutata dall´ambasciata francese.

A risentirci presto.

Grazie, Alex

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giovedì 24 Gennaio 2008 ore 20.50 

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.

Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.

Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

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Capt. Simone Bianchetti

Sono in aereo ,e volo verso Valencia per assistere ad una tanto sperata sessione della 32nd America’s Cup. Una regata dai sapori miliardari, formata da equipaggi in guainti bianchi, ma con l’esperienza di anziani navigatori. Ma ora mi fermo un giorno scrivero’ di questo.Un amico di scorribande spagnole mi allunga un libro, “I colori dell’oceano” il libro sull’inossidabile Capt. Simone Bianchetti . Leggo le prime righe leggermente impaurito da un possibile testo pesante e poco fluido, invece mi ricredo da subito. Non sono un grande lettore, ma quelle prime righe di diario mi rapiscono l’anima, parole bagnate dalle nebbie dell’alto adriatico e sferzate da un vento di libertà incredibile. Inizio a leggere, un volo di oltre un centinaio di pagine all’interno delle quali vorrei ritrovare anche il mio nome.

Simone, una ragazzo che sin dall’età di 16 anni comincia a farsi devastare le sinapsi da un pensiero fisso “la Around Alone” nonchè la regata delle regate,niente paura marinai, è solo il giro del mondo in solitario. Una regata dove stress fisico ed emozioni regalano emozioni in quantità a chi partecipa e a chi ti aspetta a casa.

Un giovane uomo in grado di navigare i mari più tempestosi con le imbarcazioni a vela più sicure del mondo, il libro non è un manuale di navigazione, ci mancherebbe altro, è l’incredibile registro delle emozioni di un uomo che ha tramutato in realtà il sogno di una vita. Partecipare alla regata delle regate.

Una vita intera dedicata alla vela e al sostenere economicamente le sue imprese, leggo di un velista che all’età di 16 anni andava a scuola a Cervia con la sua barchettaa vela, leggo di imprese titaniche per la ricerca degli sponsor (alle volte penso che alla fine lui sia diventato anche un grande uomo di marketing) .

Ma il suo sogno era da sempre quello di cimentarsi nelle regate oceaniche in solitario. Cominciò con il Boc challenge nel 1995, poi nel 1996 si piazzò secondo nell’Europa 1 star da Plymouth a Newport a bordo della Merit Cup messagli a disposizione da Cino Ricci. Le ambizioni crebbero e Bianchetti partecipò nel 1998 alla Route de Ruhm e poi riuscì nell’impresa di essere il primo italiano a concludere la Vendee Globe, regata intorno al mondo in solitario senza soste e senza assistenza. Ma l’impresa per cui è entrato nell’immaginario collettivo degli amanti della vela è stata l’Around Alone: Bianchetti dimostrò le sue grandi doti: un uragano non lontano dalle coste della Spagna gli aveva strappato l’albero del suo monoscafo. Il Re di Spagna gli mise a disposizione per riparare il danno un porto della marina militare spagnola. Lui ripartì e riuscì a conquistare un prestigioso terzo posto, unico italiano a concludere la prova.

Mentre veleggia riesce anche a pensare e scriver poesie ‘L’ Enigma religioso dell’ estuario”‘ è una raccolte di sue poesie. Un vulcano di idee.

Purtroppo Simone ora straorza tra le nuvole, il 28 Giugno 2003 si spegne all’improvviso per un aneurisma a soli 35 anni. Era in barca con amici nel porto di Savona, incredibile.

EDITORE TEA

SIMONE BIANCHETTI- FABIO POZZO

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Era l’8 di settembre del 2007, dopo una settimana di preparativi e riunioni mi preparo per l’evento che spero segnerà il futuro mio e dei miei figli..( quando li avro’). Mi sento forte, fiero delle mie azioni,  spalleggiato da un possibile gruppo di giusti ed eletti dalla forza della verità. Come i miei avi sbarcarono in Normandia, io e molti altri “giusti” sbarchiamo in Italia. La risposta è decisa e forte, il V-Day raccoglie più di 5700 firme nell mia città di Bergamo. File di famiglie in fila per una firma, non una spinta, non un segno di ansia o collera peri 30 minuti di atteasa sotto un sole massacrante…l’importante è la firma. Da oggi deve cambiare tutto, da oggi c’e’ qualcuno che dovrà rispondere alla proposta di legge popolare , bene incomicniamo. Eppure, dopo 4 mesi, tutto tace e comincia a venire a galla la puara della verità. Un carissimo amico mi predisse “Non accadrà nulla, anche se le idee sono valide” eppure io crapone o caprone vado avanti come un ariete, bloccato solo per un problema fisico che mi costringe a letto. Ma il problema non sussiste, siamo in molti a Bergamo non avranno bisogno solo di me. Eppure 4 mesi e nulla si smuove , alcuni pallidi sussulti i di forza, ma niente di più. In compenso mille riunioni, mille proposte e il nulla come risultati. Che tristezza, ho paura. Ho paura perchè vedo tanta voglia di esserci, noto una grande forza nell’apparire, nel primeggiare consegnando gomitate negli attributi ai propri amici di barca, regalando dietrologie becere che ricordano tanto la politica attuale….ecco … la politica attuale… Il cerchio si chiude, e la voglia di fare anche….del resto la teroia dell’apparire senza essere è ormai trita e ritrita. Comincio ad essere stufo, ma tengo duro, non puo’ finire così. Eppure siamo in pochi a pensare tutto cio’, vedo in alcuni la voglia di fare, anche se prima devo preparare la cena, vedo un forte interesse nella democrazia, anche se poi eleggo gli amici come sommi pontefici di interessi ben nascosti. Che tristezza. Io guardo e aspetto, nel frattempo mi preparo ed armo la barca, sono sicuro che nuovi ospiti di questa uscita arriveranno…

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La trovata del 2006 per le 5 Terre liguri è rappresentata sicuramente dai gavitelli intelligenti per i diportisti. Si tratta dei gavitelli prenotabili via internet o telefonicamente, che sono in grado di riconoscere automaticamente l’utente abilitato e,  con un sistema telematico completamente informatizzato, controllare e gestire l’ormeggio delle imbarcazioni da diporto. Il diportista, una volta riservato il suo codice di accesso, viene identificato tramite il Seapass, un anello che può essere spedito presso il suo domicilio o ritirato al suo arrivo, che posto sulla cima di ormeggio interloquisce con il gavitello. Quest’ultimo è in grado di trasmette i dati attraverso un radio modem direttamente al centro operativo, sia confermando il via libera accordato all’imbarcazione sia segnalando un uso non consentito della boa. Le cinquanta  boe intelligenti suddivise nei  tre campi ormeggio, di Monterosso, Vernazza  e  Riomaggiore , saranno anche in grado di garantire un monitoraggio costante dell’ambiente e dell’inquinamento marino, fornendo al Parco Nazionale tutti i dati in tempo reale.

L’informazione sopra riportata è presa dal sito del parco nazionale delle 5 terre, ma una domanda sorge più che spontanea, ma chi li ha visti chi li ha provati?

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Nodi e bitte

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Dato che amici mi hanno detto che non sanno cosa è una bitta, inserisco una piccola descrizione ma sopratutto un’immagine che possa definire meglio come viene usata e ovviamente quali nodi usare su di essa. Come tutti i nodi fondamentali, questo è uno di quei nodi che fanno la differenza in fase di ormeggio sicuro in porto, o per fermare la barca su un gavitello sulla bitta di prua.

Sulle bitte da ormeggio in porto io preferisco un nodo parlato semplice perchè è più rapido da effettuarsi ed abbastanza sicuro, tuttavia c’e’ chi usa la gassa d’amante  la quale a mio avviso va sempre controllata perchè a lungo tende a sciogliersi.

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vi segnalo anche questo link che vi insegna con un video a fare sti benedetti nodi…

http://www.velagratis.it/default.asp?P2=8nodi(2).asp

http://www.velagratis.it/default.asp?P2=8nodi.asp

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Alex Bellini è sbarcato in Perù, in questo momento è a Lima per concretizzare il suo ulteriore sogno, “Al-One 2008” nonchè la traversata del Pacifico a remi. Dalle foto pubblicate sul suo sito scorgo il viso di Francesca, sua moglie; è bello vedere un grande uomo accompagnato dalla sua grande donna al fine di coronare un sogno e un’impresa. Non è invidia , mia moglie infatti con il suo tacito consenso è sempre disponibile a appoggiare tutte le mie folli idee. Se non ci fosse lei….

Tempo fa Alex mi ha mandato una email chiedendomi implicitamente di stargli accanto nella sua impresa inviandogli un SMS a bordo della sua imbarcazione di soli 7.5 mt. Beh, io rivolgo questo invito a tutti coloro che leggono ….vi lascio il link al SMS FORM di Alex, facciamolo sentire meno solo.

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Week End a Roma

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Finalemnte un po’ di relax, mi sono concesso un  week end a Roma, unendo utile e dilettevole ( ci sono capitato per un appuntamento di lavoro). Tutto bellissimo, tranne una continua sensazione di essere vittima di numerevoli fregature dagli esercenti di negozi e risotranti di Roma.

E’ venerdì sera, la fame è tanta, e dopo una fugace visita a Piazza S. Pietro ed una camminata Verso Castel S. Angelo cerco una pizzeria. Ed ecco che mi imbatto da subito in una schiera di ristorantini con tanto di titolare sull’uscio con  mani sulla panza; con un fare da classico commerciale rampante, mi invita ad entrare e assaggiare le sue specialità,pizza italiana. Decido sulla fiducia di infilarmi in questo locale carino nell’aspetto , arredato alla Romanesca (foto di Alberto Sordi in ogni dove) e mi accorgo da subito  quanto i prezzi siano particolarmente esosi. Beh, siamo a Roma sussurro a mia moglie, e si puo’ anche spendere 10 € per una margherita ( prezzo reale), ebbene ordiniamo una bottiglia di acqua, 1 pizza margherita e una quattro stagioni. Dopo 2 minuti di attesa, troppo poco, arriva il cameriere il quale con l’aria di chi ti sta per offrire la più buona pizza mai assaggiata, ci serve le pietanze. Sorpresa, a prima  vista la pizza sembra quella decongelata della Buitoni, dopo il primo assaggio mi accorgo che è veramente così. Guardo mia moglie imbarazzato, mi giro per capire e vedo il titolare del locale che mi guarda e sorride… Avrei voluto alzarmi e andarmene, fregato in patria e nella mia capitale… Ragazzi che brutta sesazione. Tuttavia finiamo in fretta , quasi come se stessi ingoiando la mia solita medicina, e dopo 2 minuti guardo negli occhi mia moglie e dico ” Dai, cosa pretendi da una pizza di 10 €” .

Non prendo neanche il caffè, neinte dolce….ma con una mano sul portafoglio, tenendo a bada l’orgoglio, pago e scappo.

Per il resto tutto ok! la cosa che mi ha più sconvolto? durante la messa della domenica mattina, il Papa dice la messa di spalle ai fedeli nella Cappella Sistina , girandosi perde l’anello Papale. Con molta umiltà guarda il suo assistente e con un cenno della mano, con occhi lucidi fa capire quanto accaduto….”Ho perso l’anello”, chissà cosa avrà pensato il suo segretario..io forse lo so , poche ore prima anche mia moglie aveva perso l’anello, sicuramente non quello papale…ma quello regalato al primo anniversario di matrimonio. Anche lei come il Papa l’ha ritrovato , che sollievo.

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Il nuovo Mega aereo  Boeing 787  è vulnerabile agli attacchi Hacker, e scusatemi se sono il solito catastrofista, ma qualche cosa l’avevo intuita tempo fa quando si parlava di connessione in volo ad Internet. Il nuovo aereo prevede infatti di poter concedere ai passeggeri  una connessione ad Internet durante il volo al fine ovvio di scaricare email, lavorare ed attirare clientela business, peccato che i sistemi di bordo siano connessi alla stessa rete e forse “poco” separata a livello 3 dalla rete per i fruitori del volo. Ecco che un serio problema di sicurezza ora si pone alla rete del nuovo Boeing . Mi viene da ricordare che l’unico sistema informatico sicuro non esiste…forse quelli di Boeing non l’hanno ancora imparato. Per fortuna che USFAA, cioè la U.S. Federal Aviation Administration,ha capito che una possibilel falla nei sistemi di separazione delle reti possa rappresentare un’ottima ricetta per i disastri aerei. Quindi USFAA ha consigliato vivamente Boeing nel creare un sistema sicuro .

Un caro saluto a tutti coloro che pensano che creare una rete sia una cosa semplice e alla portata di tutti.

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Visto che tutti continuano a fare i guru dell’inglese , facendomi notare come si scrive John, dunque decido di rendere una volta per tutte chiarezza sul mio nome.

Quindi io sono JHON e non è colpa mia se mi chiamo così, in realtà il mio vero nome è Giovanni, ma alcuni amici mi hanno soprannominato Jhon e non sapevo fosse così fino a quando non l’hanno scritto.

Correva l’anno 2004, quando si decise che il mio nome italiano era troppo scontato, che non destava attenzione (grazie…) e oltretutto troppo lungo, si decise di scegliere Jhon (Gion) in una lunga telefonata dai forti toni bergamaschi. Ok, battezzato, beh non ci crederete su un bel sito che non indico per non destare le ire di chi dorme leggo …Jhon con la acca al posto sbagliato.

Risultato? ora si che mi riconoscono!!!

Quindi mi chiamo Jhon e in molti blog mi sono sempre firmato Jhon.

Bene se capiti qui vuol dire che forse mi hai chiesto il perchè del mio nome, beh ora lo sai….sono l’unico al mondo ad avere un nome d’arte JHON.

 Fino a poco tempo fa questo scambio di nome per non rappresentava un grande probelma,  il tutto è cambiato quando la mia email ha cominciato a girare in rete. Pero’ devo dire che i privilegi sono molti: email sempre disponibili su qualsiasi dominio, google molto attento, e poi sono io.

 E così ho tolto questo sassolino dalla scarpa.

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Domani Alex Bellini ,il rematore solitario, riparte alla volta del Perù per la sua nuova avventura; infatti il nostro grande Italiano tenterà di attraversare l’oceano pacifico a remi. informazioni su www.alexbellini.it e al-one 2008

In bocca al lupo per la tua nuova impresa..

 un abbraccio

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Progettovela

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Spero che il 2008 sarà ricordato come l’anno della svolta. Tante carne al fuoco ma soprattutto un progetto legato al mondo della vela che da tempo progettavo. Insieme a diversi amici stiamo creando un’associazione che possa riunire tutti color che hanno voglia di navigare i nostri mari in completo relax.  Progettovela, così abbiamo deciso di chiamare la nostra avventura; io Will e Pier, saremo i soci fondatori e speriamo che molti amici si uniscano alla nostra causa; il nome mi è piaciuto da subito, un po’ come il mio vecchio progetto riguardante l’abbandono quasi totale del continente “fermo” per quello più vasto della terra.

Era molto tempo che sognavo di iniziare a creare qualche cosa di serio nell’ambito velistico, fino ad oggi solo regate, corsi e veleggiate con amici più o meno affidabili (vedi la compagnia del Cavallo). Da Aprile iniziremo ad uscire durante i week-end coinvolgendo mogli, amici, parenti etc etc…

 Beh, un buon vento anche a Progettovela

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Ieri sotto una nevicata che ha reso l’aria più pulita di quello che lo è in realtà, mi arriva una email che riporto…e’ Alex Bellini che mi risponde.

Ciao Giovanni,
innanzitutto tanti auguri di buon 2008.
In questi ultimi tempi dovuta alla mia imminente partenza, ho la testa un pò per aria quindi non ricordo esattamente se avevo mai risposto alla tua mail o solo me lo ero immaginato.
comunque sia andata eccomi qui.
Ti ringrazio molto per quello che hai fatto per me.
Sono molto contento che tu abbia trovato bello ed emozionante il mio libro. Senza darmi delle arie ti confesso che ho continui commenti positivi a riguardo. Sono proprio soddisfatto di essere riuscito nell’impresa di trasmettere a molta gente (che il mare non lo conosce e anche a chi come te che di mare è appassionata) le emozioni provate personalmente in mare.
Spero tu voglia ogni tanto scrivermi sul sito (sms a bordo) in questa lunga nuova avventura.
Intanto grazie nuovamente.
A presto,
Alex

Ecco cosa significa per me l’umiltà di un grande campione. E’ una email che mi ha fatto molto piacere, stai tranquillo Alex che ti staremo vicini

Ciao

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Ricevo e riporto il comunicato stampa diramato da Alex Bellini (domani pubblichero’ una sorpresa arrivata ieri via Email…)

● Lo scafo imbarcato la vigilia di Natale da Genova su un cargo destinazione Lima
● L´11 gennaio l´atleta partirà a sua volta per il Perù: ultimi giorni di preparazione prima dellapartenza, fissata a inizio febbraio
● Definita strumentazione e cambusa: 275 kg di alimenti per 350 giorni di navigazione
● Un accordo con AMREF affinché l´impresa sia anche solidarietà
28 dicembre 2007 – E´ ufficialmente partita il 24 dicembre, con la spedizione via cargo di Grafoplast, lo scafo

– E´ ufficialmente partita il 24 dicembre, con la spedizione via cargo di Grafoplast, lo scafo della sfida, l´avventura di Alex Bellini, che a febbraio inizierà l´attraversata a remi dell´Oceano Pacifico.
L´atleta valtellinese e triestino di adozione, infatti, ha spedito la vigilia di Natale la sua imbarcazione da Genova per il porto di Lima (Callao), dove arriverà il 17 gennaio. “Con la barca ho spedito anche tutta l´attrezzatura – ha spiegato Alex Bellini – quindi una parte strategica e molto importante è stata completata, ora manco solo io, e arriverò in Perù l´11 gennaio”.

CAMBUSA E SICUREZZA – Strumentazione tecnologica e di sicurezza, ma anche libri e un MP3 ricco di

– Strumentazione tecnologica e di sicurezza, ma anche libri e un MP3 ricco di musica, oltre a 275 kg di alimenti. Questo il corredo di Alex Bellini per la sua nuova sfida: “Rispetto alla traversata dell´Oceano Atlantico effettuata nel 2005 – spiega l´atleta – ho curato con particolare attenzione l´alimentazione, guidato dal team di esperti del centro Mario Mevio dell´ospedale di Sondalo, in provincia di Sondrio”. La struttura, diretta dal dott. Giulio Rossi, è punto di riferimento per quanto attiene le valutazioni funzionali della prestazione sportiva per le rappresentative nazionali degli sport invernali di sci alpino, sci nordico, bob, pattinaggio di velocità. Lo scorso novembre Bellini si è sottoposto ad approfondite visite mediche, che hanno permesso di individuare il giusto quantitativo di calorie giornaliere che dovrà assimilare durante la traversata. Serviranno oltre tremila calorie giornaliere per remare lungo il Pacifico, dal Perù all´Australia, e B ellini, oltre a barrette energetiche, mangerà torrone, biscotti, miele, parmigiano reggiano (che il Consorzio ha liofilizzato espressamente per lui), insalata e minestra di verdure e cibi liofilizzati vari. In totale, 275 chili di alimenti, una scorta per 350 giorni di attività, secondo i calcoli del centro medico di Sondalo e del suo allenatore, l´Oro a Seul Gianluca Farina.

Sul fronte della sicurezza e della navigazione, Bellini ha imbarcato la strumentazione necessaria alla traversata che conta tra l´altro su due gps, un telefono satellitare, un Epirb e un rilevatore di posizione permetteranno di conoscere lo stato della navigazione e l´evoluzione della sfida. La parte tecnologica è stata affidata, come nella precedente sfida, all´americano Roger Stewart. Ma per vivere in oceano quasi un anno Bellini avrà a disposizione qualche libro, un mp3 per ascoltare musica, e quanto serve per registrare la sua impresa. Sul fronte sopravvivenza, la barca è fornita di pannelli solari ad alta tecnologia forniti dalla NRG Sunrise, due dissalatori manuali, un kit con un fucile da pesca. “Non porto molte cose – ha spiegato Alex –perché lo spazio è ridotto, e alla fine devo solo remare, remare, e remare”. Alla velocità media di 2 nodi, ovvero circa 4 chilometri all´ora, Bellini conta di compiere la propria traversata in meno di un anno, da Lima a S ydney, coprendo una distanza di 10mila miglia teoriche.

STRATEGIA – Imbarcato il proprio mezzo, Bellini ha completato la prima fase della propria sfida, iniziata

– Imbarcato il proprio mezzo, Bellini ha completato la prima fase della propria sfida, iniziata circa un anno fa con la scelta della rotta. “Ora inizia la seconda fase – ha detto l´atleta – che comprende invece il monitoraggio meteo e la scelta del giorno della partenza, che dovrà garantire una finestra meteo adeguata ad allontanarmi dalle coste del Perù”. In questa fase, e anche nelle successive, Bellini è accompagnato dal tuo team tecnico che si compone del meteorologo e oceanografo americano Rick Shema, consulente di compagnie aree e navali in tutto il mondo per la creazione di rotte oceaniche e Stefano Martini, che ha il compito di tenerlo aggiornato sul fronte di maree e correnti. Shema avrà la responsabilità di proporre ad Alex la data della partenza, fissata comunque entro il mese di febbraio, e di gestire assieme all´atleta l´avvicinamento ai vari atolli e isole che si incontreranno lungo il percorso, momenti strategici della navigazione, per il rischio di collisioni con rocce e spiaggiamenti involontari dovuti alle correnti e ai venti.

ROTTA – Non definitiva nei dettagli, legati ovviamente alle condizioni meteo, la rotta è stata tracciata a

– Non definitiva nei dettagli, legati ovviamente alle condizioni meteo, la rotta è stata tracciata a livello di massima da Alex Bellini e dal suo staff: “La partenza dal Perù prevedo che avverrà nei primi giorni di febbraio, compatibilmente con le condizioni meteo. Da Lima (12°S – 77°W) mi dirigerò quanto più possibile in direzione Ovest contrastando le correnti prevalenti che mi spingeranno da subito verso Nord. Tra la Polinesia e le isole Marchesi (12°S – 140°W) si individua il primo punto di passaggio di fondamentale importanza ai fini della riuscita dell´impresa. Infatti se per qualunque ragione non riuscissi a superare i due arcipelaghi a questa latitudine più difficile sarebbe poi abbassarsi verso Sud. Scenderò ancora verso Sud-Ovest fino a lambire le coste delle Isole Fiji, altro punto di massima importanza (20°S-170°E) facendo attenzione a mantenermi il più possibile distante dalle isole vicine. Tra me e Sydney (33°S – 151E), a quel punto, non ci sar à più nulla che mi separi”. L´11 Gennaio Alex lascerà con la moglie Francesca Urso Trieste, e partirà alla volta di Lima, dove il 17 gennaio andrà a sdoganare la propria imbarcazione. Dopo gli ultimi accorgimenti, a partire dal primo febbraio, sarà pronto per la partenza di questa nuova, grande avventura. Alex punta a essere il primo uomo ad attraversare il Pacifico a remi.

BELLINI PER IL SOCIALE: REMA PER AMREF

La scorsa settimana Alex Bellini ha stretto un accordo con AMREF per sostenere la o.n.l.u.s. nel progetto di vaccinazione dei profughi del Nord Uganda. Da ormai venti lunghi anni il Nord Uganda è intrappolato in una guerra civile che ha causato un circolo mortale di violenza e sofferenza. Da alcuni mesi sono in corso delle trattative tra i ribelli e il governo Ugandese che finalmente fanno sperare in un futuro di pace. Ancora oggi 1 milione e 800 mila sfollati continuano a vivere in più di 200 campi profughi in condizioni inaccettabili dovute alla mancanza di accesso ad acqua potabile, assistenza sanitaria, vaccini ed educazione. AMREF è presente dal 1998 in Nord Uganda con progetti di vaccinazione, di educazione femminile e di protezione dell´infanzia.

“Ho voluto raccogliere la richiesta di aiuti di AMREF e mi sono impegnato a divulgare e sensibilizzare sull´operato di AMREF nella speranza che unendo le forze di tanti si possa aiutare questa popolazione a ritrovare la via per una vita più dignitosa. A breve verrà aperto un conto corrente dove ognuno potrà, con un piccolo versamento, garantire un ciclo completo di vaccinazione a questa popolazione martoriata dalla guerra civile”. Nella precedente sfida atlantica, Bellini aveva raccolto fondi a favore dei bambini di strada di Fortalesa, raccogliendo e consegnando loro, anche con l´aiuto dello sponsor Findomestic 57mila euro.

Alex Bellini rema grazie a: Grafoplast, Findomestic, Parmigiano Reggiano, Dainese.

E con il supporto di: NRG Sunrise, Marlin Yacht Paint e il Patrocinio del Comune di Trieste

Alex Sostiene AMREF e la campagna di vaccinazione dei bambini d´Uganda.

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Alex Bellini

Un mesetto fa mia moglie mi regala un libro che cercavo da tempo, il diario di bordo di Alex Bellini , un atleta solitario che ultimamente fa di remi e mare una ragione di vita. Bloccato a letto da un fastidioso decorso da operazione di ernia al disco, ho letto il libro tutto di un fiato, neanche un giorno e via…. “.

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Tempo fa girovagando sul mio amato lago d’iseo al timone di un J24 (barchetta a vela di 24piedi di regata) ,incrociavo spesso un ragazzo a bordo di una strana imbarcazione dai lunghi remi, quasi ogni giorno partiva da Lovere puntava su Montisola e tronava alla Canottieri Sebino di Lovere sempre a remi .”Ma chi è questo pazzo?”, era invitabile una simile domanda osservado la sua imbarcazione. E così decisi di informarmi. Alex Bellini, un “montanaro” di Aprica che tenterà di attraversare l’oceano atlantico partendo da Genova a remi. Un matto solitario penso subito , ma poco dopo capisco che non è il solo ed infatti ecco spuntare un sito di altri folli della Transat a remi.

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Leggo il libro, ogni pagina del suo racconto mi fa pensare a quell’irrefrenabile voglia di conoscere e varcare i propri limiti che incredibilmente ci accomuna, con una unica piccola differenza descritta da un’altra domanda “Basterà la mia vita per conoscere a fondo il mio limite?”. Detto così il mio potrebbe sembrare un’atteggiamento da “Sborone” e invece no, la consapevolezza di non avere molto tempo mi mette nelle condizioni di dover fare tutto, tanto e subito.

Un mio parere, secondo me Alex ,durante la prima partenza da Genova, non era consapevole del crudele abbraccio che spesso il mare ti riserva. Ed infatti….per il seguito leggetevi il libro.

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Ora Alex si prepara per la nuova sfida AL-One2008 la traversata dell’oceano pacifico sempre in solitaria, sempre a remi; 18.000 Km in forse 10 mesi .

FORZA ALEX ti seguiro’ giorno dopo giorno via Internet.

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Salpiamo le ancore

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Anno nuovo vita nuova!!! almeno lo spero
Con il 2008 inizia per me l’impegno di scrivere, di lasciare un segno tangibile sulla Rete del mio passaggio terreno. Chi leggerà il mio Blog non si aspetterà sicuramente di trovare pensieri acculturati o trattati di letteratura , qui scrivero’ soltanto le mie idee e parlero’ delle mie esperienze. Mentre scrivo so già che finiro’ presto per parlare del mondo della vela, di avventure sportive, di tecnologia e un po’ di politica ed informazione. Quindi direi : ” Lasciate ogni speranza o voi che entrate” tanto qui non troverete nulla di interessante.

La veste grafica attuale del Blog fa capire quanto io sia vittima dell’estetica ….ZERO e lo ZERO più assoluto; infatti, seduto dietro la mia scrivania dell’ufficio, decido di pubblicare il mio Post di inizio, di benvenuto con un layout di default e banner standard. Alla faccia degli amici che fanno dell’immagine una professione.

In realtà avevo già iniziato a sviluppare il mio piccolo Blog, ma un flop totale del software mi ha fatto pensare ad una piattaforma più consolidata.

P.S. Sicuramente non sarà un Blog modello “Venghino signori Venghino”, chi viene è ben accetto, chissà che qualche amico voglia rispondere ai miei Post ….

Quindi molliamo gli ormeggi e salpiamo….per questa volta senza una rotta certa.

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